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Sebbene “l’Ampolla Della Lunga Vita”, detta anche “l’Ampolla di Joseph Ex”, molti la ritengano una leggenda, un piccolo gruppo di persone è più che certa che si tratti di un manufatto esistito realmente, secoli e secoli fà, disperso ora in chissà quale angolo del pianeta. Recentemente è emerso, in una lista di un vecchio magazzino della capitale della città di Oha, precisamente nel Magazzino Dei Fratelli Coex, il nome dell’inventore dell’ampolla, con accanto una frase che recita così: “Riposa in eterno, finchè le ali della libertà possano sorreggerti alla lunga vita”. Non sappiamo se la lista in questione è autentica o meno, come non sappiamo chi abbia scritto questa frase, se Ex stesso o un’altra persona a lui vicino, come il suo fido aiutante Dect, circondato da un’aura di mistero. Ma vale la pena raccontare la leggenda che ha reso celebre quest’uomo.
Il creatore dell’ampolla, uno dei più brillanti scienziati dell’epoca, lavorò, molto tempo addietro presso la corte dell’imperatrice del Regno Della Valle di Ilhoa, una delle più antiche terre del Regno. Era uno di quegli inventori che bastava pensasse a una cosa o che trovasse l’ispirazione in qualsiasi cosa, in qualsiasi momento o in qualsiasi luogo che dentro di lui scattava la scintilla che li permetteva, insieme alla sua fantasia, di creare i macchinari più spettacolari e magnifici che l’uomo possa mai avere visto, se non sognato. Ora sono solo considerati reperti antichi ad alto valore storico, ma a quei tempi erano delle vere e proprie macchine del futuro, concesse solo all’uso esclusivo dell’imperatrice, dei suoi adepti e al reparto militare. Un visionario che predisse, secoli prima, la nascita futura della Macchina Del Tempo Distorto A Tre Equazioni.
Ma che cosa è l’ampolla della lunga vita? Lo dice il nome stesso; era un contenitore di medie dimensioni che poteva permettere all’individuo che vi risiedeva al suo interno di poter vivere per un tempo indefinito. Anche per millenni, mantenuto in uno stato di stasi.





Secondo i pochissimi testi scritti, e dei progetti che sono stati rinvenuti si può immaginare la forma di questo antico macchinario: possedeva una base a forma di spirale, come quelle delle lampadine a incandescenza, per fissarsi in un secondo macchinario che lo riforniva di energia. Su questa stessa base si trovava una sala comandi, provvista di una tastiera primitiva e una piccola serie di contatori che indicavano la pressione interna del flusso di energia i battiti cardiaci e lo stato di vita dell’ospite. Intorno a questa postazione di controllo delle enormi viti a forma circolare che contenevano al suo interno la formula speciale che permetteva all’individuo di poter risiedere dentro l’ampolla fino a un tempo indefinito, senza invecchiare, contrarre malattie o patire la sete e la fame. Si dice che sia stato il suo aiutante Dect a buttare la bozza del progetto delle enormi viti.
Sopra la base l’ampolla di vetro vera e propria, a forma di campana, con in cima una piccola cupola, detta la Cupola Osservatrice, perchè presenta un occhio che, come narrano le leggende che girano sul conto dell’ampolla, protegge l’ospite da eventuali malintenzionati.

La leggenda vuole che abbia inizio un pomeriggio autunnale, quando l’Imperatrice di Ilhoa scoprì questa mirabolante invenzione. Comprese le sue potenzialità, ne volle fare uso per sè. Aveva l’oscuro desiderio di vivere per sempre. Affamata di potere e ricchezze la vita eterna era uno dei suoi principali obbiettivi. Ne aveva provate di tutti i modi, tra pozioni, incantesimi, rune scritte sul corpo dagli Eremiti della valle Bruna, ma nulla, non riuscì mai nel suo obbiettivo. 
Ex nei suoi appunti scrisse che l’ampolla non era ancora pronta, che c’erano delle modifiche da attuare, procedimenti da testare. Ma l’Imperatrice non volle sentire ragioni. La sera stessa voleva che l’ampolla fosse portata dinanzi al suo trono, senza discussioni e ritardi eventuali. 
Venne sera, i preparativi furono lunghi e tortuosi. La macchina sembrò essere pronta, anche se non era ancora stata testata da nessun essere umano e mancavano un’infinità di protocolli da verificare. L’imperatrice si preparò al grande evento, invitando per la prima volta dopo secoli dalla fondazione del Regno, la popolazione della città nel castello Imperiale, ad assistere alla magia dell’ampolla e alla trasmutazione della loro sovrana da essere mortale a immortale.
Non che alla popolazione interessasse molto di questo evento anzi, per loro era una sciagura che la loro imperatrice diventasse immortale, vista la sua fama per essere la Tiranna dai Capelli D’Oro.
Comunque, l’evento iniziò subito dopo il tramonto. L’enorme sala gremita e tenuta sotto controllo dalle guardie dell’Imperatrice attendevano l’attimo in cui la loro sovrana entrò finalmente nell’ampolla, con movenze solenni, come se fosse una cerimonia religiosa. 
Joseph quando fu pronto fece cenno al suo aiutante Dect di azionare la leva che dava energia all’intero macchinario. Un rumore di pistoni si diffuse nell’intera sala. Il fumo delle caldaie soffocò per un attimo gli spettatori, fino a quando le guardie non aprirono porte e finestre per far uscire quella densa nebbia grigiastra. 
Si ritornò a respirare. 
I macchinari intanto si muovevano come in preda a spasmi, le cinghie mosse da ingranaggi furenti, i tubi di ottone erano come posseduti da qualcosa che picchiava contro le pareti degli stessi, come se volesse uscire. L’ampolla prese vita; le viti intorno ad essa incominciarono a ruotare, in maniera talmente forsennata che sembrava che da un momento all’altro si dovessero svitare per poi volare in aria, sopra le teste delle persone che stavano assistendo a quello strano spettacolo. Tra sbuffi di fumo e l’incessante rumore degli ingranaggi l’ampolla accolse al suo interno l’Imperatrice. La popolazione, anche se non desiderava quell’evento era come rapita da quel macchinario, così strano, così misterioso.
Una volta entrata i tubi che erano collegati all’ampolla si staccarono lasciando fuoriuscire il vapore che l’alimentava, animati per qualche secondo come se fossero draghi, colpiti a morte, per poi cadere a terra. Un’aura di luce improvvisamente circondò l’imperatrice, che quasi sembrava essere fatta di luce per un momento. Rapiti da quello spettacolo la popolazione e guardie comprese erano come rapite. Ma dalla folla un’uomo si fece largo impugnando una bomba di Vapore. Alcune guardie lo assalirono, scaraventandolo a terra, ma troppo tardi perchè la bomba colpì il suo obbiettivo: parte dei componenti dell’ampolla furono danneggiati, annullando il processo in corso. 
Come impazzita all’interno dell’ampolla, si passò da un’aura di luce a un’atmosfera cupa. Alcune persone giurarono di avere visto un teschio che sghignazzava alle spalle della donna. L’imperatrice incominciò a sbattere i pugni sui bordi del vetro, gridando di farla uscire. 
Joseph, interrompendo il circuito di alimentazione, aprì l’ampolla, facendola uscire, agonizzante, priva di forze, tanto da non potersi reggere in piedi. Un boato si stagliò dalla folla, creando panico e confusione. A fatica le guardie dispersero l’intero gruppo, svuotando la sala Imperiale.
L’imperatrice fulminò con uno sguardo sia l’attentatore che Jospeh, ma era talmente provata che non aveva le forze per dire quello che pensava in quel momento. Aiutata dalle guardie venne scortata nella sua stanza. L’Imperatrice non ottenne la tanto agognata immortalità.
Mandato a casa, Joseph, incominciò ad aggiustare la macchina. La mattina successiva si svegliò sul banco da lavoro, dove la sera precedente si era addormentato, preso dalla foga di riparare la sua creazione. Sentì bussare la porta. Quel rumore lo ridestò in un attimo, temendo che fosse l’Imperatrice, pronta a rivendicare l’immortalità negata. Da dietro la porta quel continuo bussare si faceva sempre più insistente e forte. Aprendo la porta vide una donna, ferita a un fianco. Perdeva molto sangue. Non riusciva a parlare, mosse per pochi istanti le labbra ma svenne poi sull’uscio. Joseph la portò dentro, prestandole le prime cure. 
Non ci è dato sapere i motivi che spinsero Joseph a fare quello che stò riportando ora; molti dissero che fù spinto da uno spirito di lealtà verso quella donna, altri da altruismo o altri ancora suppongono che sia stata una sua stretta parente se non addirittura la sua compagna, tenuta segreta da occhi indiscreti. Forse spinto dalla delusione di non aver visto la sua macchina in azione nel castello, fermato dalla mano del rivoltoso. Nessuno lo sà, e presumo la saprà mai. Come non sapremo mai chi fu la ragazza in questione, anche se in uno dei presunti diari autentici del suo aiutante, venne descritta come una Dea da quanto era bella.
Fatto stà che chiamò Dect e gli disse di preparare la macchina. Dopo circa due ore l’ampolla fu pronta ad accogliere la ragazza ferita. Nel diario Dect, descrive in questi passi il momento in cui Joseph pone la ragazza all’interno dell’ampolla: “…quando prese la ragazza tra le sue braccia, mi sembrava di vedere un padre che sorregge la propria figlia. Il suo sguardo era come carico di un rimpianto, non sò da cosa potesse essere dato. Forse tra i due c’era stato un legame passato, non saprei non ha voluto dirmi nulla. Era la prima volta che vidi Joseph in quello stato, ed ero in ansia per lui…”.
L’ampolla prese vita come nel castello; la ragazza entrò in uno stato di stasi. L’ondeggiare della sua chioma rallentò in maniera quasi impercettibile. Era come immersa in un fluido invisibile. 
Quando l’imperatrice scoprì di quello che era successo, che una ragazza ottenne l’immortalità al posto suo, mandò un gruppo di guardiani in casa dell’inventore con un mandato di arresto, ma di lui non c’era traccia. Era come svanito, insieme al suo aiutante e all’ampolla.
Non si sà nulla su come e dove siano scappati. Dect nel suo diario menziona una montagna, ma è generica una frase del genere, visto che il regno di Ilhoa è completamente circondato da montagne, per miglia e miglia. 
La loro storia tornò in auge cinquant’anni dopo, quando un ricco collezionista, in punto di morte, donò al suo figlio alcuni cimeli comprati un pò in tutto il mondo, e tra questi c’era proprio l’ampolla. La campana di vetro però era come annebbiata, non si riusciva a vedere bene cosa contenesse al suo interno, anche se si intravedeva una luce molto flebile. La portò ad esaminare da uno scienziato, il Dr. Hiute, famoso per la sua teoria a riguardo delle cellule concatenate da enzimi dal fattore-beta-teru (il principio del volo umano senza mezzi meccanici)
Quello che scoprirono fu una cosa che non poterono immaginare in alcun modo: davanti a loro una ragazza dai lunghi capelli rossi, con una corona dorata che le fluttuava sopra il capo e un teschio alla sua destra su di un piccolo prato. Non sapevano cosa fare, tanto meno non sapevano a cosa si trovavano davanti. Poi venne l’intuizione a entrambi, come un lampo a ciel sereno: l’ampolla della lunga vita. Avevano davanti a loro l’invenzione più formidabile che la mente umana avesse potuto concepire. Solo che qualcosa accadde in quell’istante: se ricordate menzionai l’occhio guardiano, la Cupola Osservatrice, che vigila sull’ospite dell’ampolla. Si attivò improvvisamente illuminando il suo iride di una luce violacea che invase l’intera stanza, compresi i due uomini che gli stavano davanti. Poi il nulla, da quel giorno si persero le tracce dell’ampolla, diventando leggenda, o semplice storia per intrattenere i bambini.
Una cosa è certa, le testimonianze dei due uomini raccontano che la ragazza prima di sparire nel nulla abbia sorriso, e che abbia detto “Il ritorno della Regina avverrà presto” prima di scomparire nel nulla.
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